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E doloroso se non disperato doveva essere il distacco dalla casa dove aveva trascorsa tutta la vita, che, se pure intravista la possibilità di uscirne un giorno, era con tutt’altra veste e con altro cuore e ferma la mano in un’altra mano. Ora Filippo la allontanava da sè quasi vergognandosene, quasi ritraendosi in quell’istante supremo volesse rendere sempre più palese l’abisso che li separava.

Usciva sola dalla dimora dove aveva vissuto in solitudine, ma accanto ad oggetti noti, famigliari al suo occhio, alla sua mano; improntati a quell’aspetto amichevole e fraterno che vestono intorno a noi le cose viventi delle nostre gioie e dei nostri dolori; le cose che amiamo per tutto ciò che hanno visto e trattenuto di noi, dove giorno per giorno il tempo ha impresso una data, dove la storia intima delle nostre anime ha scritto una parola che noi soli sappiamo leggere.

Dalla modesta camera dove aveva prima sorpreso il passo di Filippo, poi ascoltato con tanta commozione le sue dispute cogli amici, al balcone muto testimonio della fuga scolorita dei suoi giorni a complice della