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quel primo accenno, Cònsolo espose, non più in linee schematiche ma seguendo un calcolo ordinato e preciso, la decisione di affittare per lei un piccolo alloggio nei dintorni di Monza.

— Mi basterà una camera — disse Minna spaventata dalla prospettiva di un lungo soggiorno.

— No, ho già in vista un grazioso appartamento con giardino dove starai molto meglio. Avrai luce, aria, fiori, spazio.

— E non avrò te!

L’appassionata protesta sfuggì a Minna suo malgrado. Cònsolo soggiunse, modificando appena colla calma dell’accento la durezza della frase:

— Non pretenderai che io stia appeso alle tue gonne. La mia missione nel mondo è ben più alta che non sia quella di tener compagnia a una donna.

Ancora una volta Minna soffocò la rivolta della sua spiritualità offesa anelante a una fusione di vita con lui. Forse non era ancora giunto il momento; forse non meritava ancora l’amore di Cònsolo. Non aveva la soave fanciulla di una favola an-