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con rapido impulso un lembo della veste di Minna lo baciò religiosamente.

Si trovavano oramai entrambi in uno stato di esaltazione ideale a cui Stello aggiungeva il desiderio ansioso di illuminarsi vieppiù ai raggi di quell’anima, di penetrarla e di compenetrarsene; e anche di parlarle di sè, di rivelarsi tutto, affinchè ella lo conoscesse, con un bisogno improvviso di intimità e di confidenza che dava ali alla sua timidezza.

— Ma chi le ha suggerita questa nobile fede in sè stessa, chi? — e senza aspettare risposta Stello continuò: — Io incomincio appena a impossessarmene riconoscendo di doverlo ad un alto esempio. Povero, triste, solo, in ardua lotta col bisogno stavo per abbandonarmi alle miserie della vita lasciando andare alla deriva ogni dote della mente se Filippo Cònsolo non si fosse trovato sulla mia strada per indicarmi che cosa deve fare un uomo.

Minna che aveva trasalito impercettibilmente susurrò piano:

— Tanto lo ama?

— Fu il mio Salvatore. Vi è quasi sem-