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capo chino e sulle piccole mani librate nell’aria con un ritmico movimento di colomba, ella cadeva nella visuale di Stello e lo distraeva dolcemente prolungando la ricerca del volume.

— Non c’è — disse alla fine il giovane staccandosi dalla libreria.

Forse — pensò Minna levandosi di scatto — si trova nell’ultimo scaffale. E vi salì con un balzo troppo brusco che le diede un sussulto nelle viscere.

— Che ha? — fece Stello vedendola mutarsi in viso.

Lui stesso si mutò con tale commosso movimento di simpatia che per la prima volta in vita sua Minna comprese la soavità di una carezza amica e se ne sentì penetrata di indicibile conforto.

Ella sedette di nuovo sorridendo a Stello per rassicurarlo, ma Stello guardandola la trovava così cambiata che una grande compassione gli saliva su dal cuore.

— Si è fatta male?

Minna disse di no col capo.

— Però soffre...

— Da qualche tempo non ho più la sa-