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Minna pur provando l’impressione confusa di una ingiustizia non seppe che rispondere, perchè se pronta era la sua mente ad accogliere le scherme del pensiero le mancava la parola per esprimerle convenientemente.

Oltrepassato il giardino di casa Sormani, raggiunsero il triste edificio dell’Ospedale dove sbocca la via di S. Barnaba girando intorno al Brefotrofio. Le lugubri memorie di quel luogo assalirono subito Minna. Ella sapeva che non molti anni prima c’era ancora fisso nel muro lo sportello della Ruota che si apriva per accogliere appena nati i bambini che le madri abbandonano. Ricordava le descrizioni udite di ombre nere vagolanti nella notte col vivente fardello nascosto sotto gli abiti e quel gesto terribile della mano che segnava con un giro di ruota tutto un destino.

Palpitante d’orrore guardò Filippo. Come era mai possibile che egli non sentisse il contrasto delle passioni che si agitavano in lei in quel momento? Ma no. Filippo rasentò col braccio il posto del fatale sportello senza che un muscolo del suo corpo trasalisse. Il suo pensiero era lontano; mai