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così rapida, così impensata, così priva di rimorsi come quella di Minna; ma è anche difficile essere più ingenui di lei, unire tanta rettitudine a tanta ignoranza e un carattere così fondamentalmente serio a un candore di esperienze che la faceva apparire in certe occasioni deficiente. Nè discorsi di amiche, nè letture erotiche, nè precocità di sensi o pervertimento d’immaginazione l’avevano preparata all’urto della realtà amorosa. Era caduta nell’insidia del sesso colle bianche ali di colomba spiegate senz’alcun sospetto.
Ma amava. Nella vampa di fuoco che da due anni le struggeva l’anima era mai possibile che ella si soffermasse a rimpiangere il suo velo virgineo incenerito? Amava, e nel calore del rogo ogni nuovo combustibile aggiunto, sciogliendo la forma terrena, vestiva con sciarpe di fiamma la nudità del suo pudore.
L’estate passò in tal modo lasciando Minna a ricamare silenziosa sul balcone, così tranquilla negli abiti bianchi che la sua abile mano adornava di leggeri trafori da indurre a crederla una statua, se non fosse stato il movimento ritmico del braccio che alzava