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anni stranieri l’uno all’altra l’ora segnata era giunta rompendo il tessuto dei sogni col più indistruttibile dei fatti. La stessa vecchia donna che stava in casa non avvertì nulla.
Il professore attendeva a’ suoi studi senza scambiare una parola di più, senza il benchè menomo accenno ad una intimità maggiore; nè il contegno di Minna poteva lasciarla indovinare.
Sempre taciturna, il trillo delle risate giovanili non aveva mai forzato la chiostra delle sue labbra che sembravano chiuse da un invisibile suggello; nè la scintilla di un gaio pensiero mai aveva illuminato l’ombra che cingeva le sue pupille immobili come fisse ad una mèta lontana. Era sempre stata così. E se più sottili le labbra si stringevano a rinserrare un arcano, se più fosco l’arco degli occhi proiettava fin sulle guancie l’ombra delle voluttà segrete, chi avrebbe potuto accorgersene?
Tutta la forza del silenzio era in lei e la cingeva e la chiudeva in una impenetrabile corazza.
Mai forse donna onesta ebbe una caduta