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quale filo avrebbe allacciato la sue visioni impalpabili ed alate al basso formicolio di passioni che gli si agitavano intorno? Con quale misura avrebbe pesato i sentimenti degli altri se il suo stesso sentimento sfuggiva a tutte le nozioni della realtà e non era il contesto della sua vita che il pulsare solitario di un’anima?
No, Meme non comprendeva perchè i suoi condiscepoli trovassero il loro maggiore diletto in una continuità di esercizi violenti che incominciando dal giuoco andavano fino alla provocazione ed alla rissa con un tale sfoggio di forza fisica e di temerità violenta da sentirsene sconvolto in ogni fibra del suo delicato organismo di sognatore.
Nè parimenti gli riuscivano comprensibili le soperchierie tra compagno e compagno, l’invidia, la mala fede, la menzogna, l’inganno. Il suo sguardo più che mai attonito si posava sulle gherminelle che gli scolari indisciplinati si permettevano di fare al professore in mezzo all’acquiescente silenzio degli altri e diveniva vitreo addirittura, rifugiandosi in una immobilità di morte, quando una parola brutale sibi-