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sorelle, larve di crisalidi che non sarebbero mai farfalle, non avevano portato nella sua vita la nota fremente dalla giovinezza rigogliosa. Per questo i primi giorni del Liceo gli riuscirono crudeli e più ancora che crudeli incomprensibili.
In qual modo avrebbe egli potuto comprendere le celie volgari delle quali fu oggetto, subito, al suo primo apparire, solo perchè i suoi abiti raffazzonati in casa non seguivano il modello comune? e perchè la sua figura, la sua voce, il suo modo di parlare furono oggetto di tante risa? Egli portava sopra una persona meschina una testa sproporzionata, un volto a cui lo sguardo fisso e le sopracciglia troppo arcuate davano una espressione perenne di stupore che i suoi condiscepoli si affrettarono a interpretare nel modo peggiore. La sua voce esile e tremolante aveva le note scordate di un vecchio violino e la singolare timidezza di tutti i suoi atti lo induceva qualche volta ad una lieve balbuzie che poteva sfuggire a molti, non alla maligna semente che popola i banchi di una scuola.
Ma che cosa sapeva egli di tutto ciò? Con