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telligenza si potesse dire come di un mucchio di ottimo materiale col quale è impossibile edificare nulla perchè manca il cemento.
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Quando Meme uscì dall’adolescenza e il vecchio prete non ebbe più nulla da insegnargli, convenne pure mandarlo al pubblico Liceo. Egli aveva molta volontà di istruirsi e finchè l’insegnamento restava teorico non si avvertivano troppe differenze tra lui e i suoi condiscepoli; nel campo delle astrazioni anzi li superava; lo scoglio era l’applicazione pratica. Una timidezza straordinaria lo faceva confondere al più piccolo appunto; una distrazione invincibile lo isolava continuamente. La memoria, meravigliosa sotto certi rapporti, gli giuocava tiri atroci nelle cose più comuni e mentre comprendeva con facilità non riusciva mai a spiegarsi in modo soddisfacente. Avvezzo a ragionare da solo, quando gli accadeva di dover comunicare ad altri i suoi pensieri non trovava la parola adatta. Era la sua