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fede luminosa e inconcussa l’anima sua anelava ad una idealità vaga, ad una specie di esaltazione che lo conservasse in uno stato perenne di entusiasmo e di slancio. Non chiedeva la realtà, non aveva sete di verità, gli bastava il sogno.
Era in lui un bisogno prepotente di vivere oltre la vita giornaliera, di sforzare i confini visibili delle cose, quasi gli fosse increscioso fare quello che tutti fanno ed, o eccessivamente timido o eccessivamente ardito, passare al di sopra del mondo per raggiungere una sfera iperbolica nota a lui solo. Ma questa incapacità di vivere come gli altri uomini lo rendeva inetto a comprendere le più elementari nozioni dell’esistenza e mancando agli altri lo strumento per poterlo misurare in tale condizione eccezionalissima veniva presto fatto di giudicarlo un mattoide od uno scemo.
Non così veramente concludeva di lui il vecchio prete che lo osservava da vicino; ma se più temperato riusciva il suo giudizio, uguale era il rammarico per le bizzarre deficenze che di quella creatura a cui non facevano difetto i doni principali della in-