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e nelle nuvole dell’incenso attraversate dal profumo sottile dell’ireos aspirò per la prima volta l’ebbrezza.

Vennero poi le preghiere, le dolci, le tenere, le misteriose preghiere miste di slanci d’amore e di parole oscure delle quali il significato gli sfuggiva interamente ma che gli lasciavano nelle orecchie un suono musicale delicatissimo. Il prete suo maestro voleva che assistesse alle litanie che si cantavano prima di sera in onore della Madonna; e quando dalla turba dei devoti prostrati a terra saliva lento e misurato il canto liturgico, e le parole tenere ed oscure si libravano nell’aria: rosa mystica, turris eburnea, turris davidica, piccole lagrime scendevano sulle guancie del fanciullo e il cuore gli si struggeva in una dolcezza senza nome.

— Mio santerello — diceva la vecchia bàlia stringendoselo maternamente al seno poichè lo amava come se anche a lui avesse dato il proprio latte — mancava solamente un santo ai Crevaleore e sarai tu!

La buona donna in ciò si ingannava. Neanche la religione poteva fissare stabilmente la fantasia di Meme. Più che ad una