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Il bimbo a cui avevano imposto i grandi nomi di Alfonso Maria Ercole Francesco Luigi, ma che tutti in casa chiamavano Meme con un vezzeggiativo che era al punto stesso affetto e compassione, portava dalla nascita la triste eredità di una razza raffinata fino all’esaurimento. La forza che dagli antichissimi avi si era venuta successivamente tramutando in fierezza dapprima, poi in magnanima nobiltà e in eleganza gentile, decadendo sempre più e indebolendosi vestiva nell’ultimo erede i caratteri di una sensibilità anormale, di una delicatezza che non era più nemmeno grazia ma gracilità morbosa.

E tolto Renata, anche tutte le sorelle