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avvolta uscendo di camera e mosse dritta senza esitazioni alla camera di suo marito.
Giacomo Dena non dormiva o dormiva di un sonno leggero perchè si riscosse subito domandando chi fosse.
— Accendi il lume, dobbiamo parlare.
— Che ore sono?
— Lo ignoro. Dobbiamo parlare.
Giacomo Dena ubbidì. Accostò un fiammifero all’avanzo di candela che gli stava accanto e si pose a sedere sul letto comprendendo che il momento era grave.
— È per quella lettera, sai.... Ci ho pensato. Sarebbe la nostra fortuna.
— Sì, ma impossibile.
— Perchè impossibile?
— Non conosco nessuno che possa rispondere a quanto si domanda.
Renata con una mossa felina si appoggiò alla sponda del letto:
— Io lo conosco — disse.
Giacomo Dena fece un atto di stupore.
— E tu pure lo conosci.
Passò tra i due coniugi un brivido indescrivibile, come se una voragine si fosse aperta improvvisamente in mezzo a loro