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— Un giorno, un giorno solo per la mia vendetta! — Renata osava domandarlo a Dio in quella notte tremenda in cui tutte le tentazioni la mordevano nel cuore devastato.

Essere bella un giorno ancora, e ricca, e invulnerabile per guardare in faccia la donna e dirle: sei sciocca; per dire all’uomo: sei vano e sei vile; per dire all’amore: sei la menzogna e ti disprezzo!

Tutta la nausea del suo misero passato le saliva alla strozza, la soffocava, la faceva urlare di dolore. Le memorie crudeli la sferzavano a guisa di scudisciate. Si rivedeva nelle ambigue stanze d’affitto alle prese coi ripieghi più volgari come l’infima delle femminuccie e rivedeva la cornice ributtante nella quale si era svolta la sua seconda illusione d’amore. — Ah! — fece coprendosi il volto colle mani e staccandole violentemente quasi a strapparsi una maschera che da troppo tempo la gravava. — Sarò finalmente io!

Un chiarore all’orizzonte venne ad annunciare prossima l’alba. Renata si strinse intorno al corpo il mantello bruno nel quale si era