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che l’aveva negletta o schernita povera, il suo apparire cinto di fasto e di vittoria avrebbe curvato al suolo le vipere della bassezza umana e premendo sovra esse il piede le sarebbe dato di cogliere in un istante la vendetta di tutta la sua vita. Questo pensiero la riempiva di straordinario orgoglio, di una ebbrezza senza confini. Troppo ricordava le donne che non avendo nè la sua beltà, nè la sua intelligenza, nè la sua nascita, solo perchè possedevano molto denaro l’avevano tenuta lontana disprezzandola, facendola impallidire di vergogna nelle sue vesti ritinte, nelle sue scarpe da poche lire.

E un altro pensiero ancora più profondo, più oscuro, la faceva sobbalzare nelle intime viscere. Non si sarebbe forse vendicata anche di colui che le aveva inaridito il cuore col tradimento amoroso? Oh! quell’uomo che l’aveva vista supplice, piangente, disperata, miserabile, e che aveva riso.... passargli dinanzi a quell’uomo, superba, invidiata, corteggiata, bella.... Sì, perchè essa sarebbe ancora bella, perchè la felicità del trionfo le doveva ridare gli splendori della giovinezza e perchè, col denaro, si è sempre belle.