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vedeva ora cadere a’ suoi piedi, tante stelle tanto oro! Giù l’oro su Crevalcore, e fremessero alfine di letizia le vecchie pietre avvilite, ascoltassero dai profondi avelli gli eroi dimenticati! Ancora suonerebbe nel mondo il nome di Crevalcore; gli ultimi di questa forte razza uscirebbero dall’umile loro nascondiglio cinti di spada e sprone per le nuove battaglie. Invece del valore antico è l’oro che ci vuole per vincere oggi? Avrebbero l’oro.
Renata tendeva le braccia sotto la fuga degli archi quasi per afferrare un fantasma di dominio che le correva innanzi. A me Crevalcore, a me! Tutti i cavalieri dalle lucenti corazze, le dame austere, le fiere vergini della sua famiglia, ecco, sorgevano dal sonno mortale, le si stringevano intorno acclamandola. Non era dessa la salvatrice?
Renata appoggiò contro il granito di una colonna la faccia che le ardeva. Ricca, finalmente, ella sarebbe ricca!... E ciò non voleva dire solo spargere il denaro intorno a sè, acquistare il lusso, la bellezza, la gioia. Ella vedeva oltre. Ella sarebbe passata come la Nemesi in mezzo alla gente