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lenaria non per affrettarne la rovina ma per farla risorgere a nuova vita. Lei audace, lei forte, oserebbe ciò. Chi sbarrava la via alla sua grande azione? Un debole, un incosciente, forse un pazzo. Renata crollò le spalle, sdegnosa.
Ella non doveva preoccuparsene. Poichè due soli rampolli erano rimasti sulla miseria di Crevalcore, il più forte doveva sopraffare il più debole. Questo concetto antico del diritto urgeva il sangue rigoglioso della patrizia. Tra lei e suo fratello a chi apparteneva il maggiorasco ideale della famiglia? Era forse un uomo il piccolo essere mancato che si nascondeva alla vista de’ suoi simili o non era lei piuttosto che nascendo primogenita dell’ultima generazione aveva redato le qualità dominatrici degli avi? Quale scrupolo l’avrebbe arrestata nell’immenso orgoglio di cambiare la strada al destino?
Renata si fermò nel vano di un arco dal quale appariva uno sprazzo di cielo! Folle! A quello stesso posto ella aveva una volta accusate le stelle di essere troppo simili alle monete d’oro.... In pioggia abbagliante le