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Un rumore fortissimo li fece sobbalzare entrambi.

— Un altro pezzo di tetto che se va, — disse Giacomo Dena.

Riprese il silenzio freddo, malinconico, l’otto solo dal battere della pioggia contro i vetri.

— A momenti si fracasseranno anche quelli — osservò finalmente Renata.

— Meglio chiudere le persiane finchè cessi il furore della pioggia — rispose il marito.

Aperse una finestra, si sporse in fuori con lestezza, atterrò il pomello delle persiane e le tirò con violenza a sè; ripetè la stessa cosa coll’altra finestra e tratto poi il fazzoletto si pose ad asciugarsi accuratamente le braccia ed il capo.

La stanza adesso era quasi buia; attraverso le lame delle persiane chiuse filtrava appena la luce livida dell’uragano che il lampo solcava di guizzi sanguigni.

— Bisognerebbe accendere un lume.

— Non abbiamo candele in casa e il petrolio della lucerna basterà, se pure, per questa sera.