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fortuna. Collocata in un angolo del palazzo riceveva da due lati la luce per mezzo di ampie finestre e nel terzo lato aprivasi la caminiera con una meravigliosa cappa sporgente in forma di baldacchino, percorsa da fregi e da ornamenti nello stile ultimo del Rinascimento, bizzarra nel concetto, pregevole nel lavoro e penetrata da un intimo senso di grandezza che bastava da solo a conferire nobiltà all’ambiente. La decaduta signora vi teneva la sua poltrona che posta così sotto la protezione del baldacchino marmoreo acquistava una lontana apparenza di trono nella quale il suo stesso dolore e l’ineffabile rimpianto sembravano adagiarsi come in un sepolcro di famiglia.
L’increscioso pomeriggio già inoltrato e greve di una improvvisa cupezza del cielo annunciante prossimo un temporale pesava singolarmente sui nervi di Renata. Uscita la nutrice ella si pose a misurare la stanza con passi ineguali or rapidi or lenti, sollevando ancora tratto tratto un lembo di cortina per fissare le nuvole che si andavano accavallando sulla città sempre più minacciose e livide. Crescendo il tedio pose mano