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suoi artigli. La nutrice non vedeva se non la persona magnifica di lei e curvandosele innanzi le baciava le mani fatte per il comando con un ardore di devoto per la madonna che saliva dalle mani a confortare il cuore esulcerato della infelice, sottile come un balsamo.

— Balia, quando mio fratello lo ha venduto il palazzo?

— È tanto tempo.... non ricordo.

— Testa pazza anche lui.

— Non lo dire, figliuola. Vi fu costretto.

Renata strinse le labbra con un movimento sprezzante mormorando:

— Comprende egli qualche cosa?

— Egli!!

La vecchia giungendo le palme al cielo, stralunando le pupille quasi per chiamar Dio a testimonio, soggiunse pianamente:

— Tutto, poveretto!

Renata già lontana col pensiero non parlò più.

La stanza dove si trovava, dove trascorreva in un ozio pieno di acrimonia le maggiori ore della sua giornata, era quella che meglio custodiva le traccie dell’antica