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del principe danese materiati in una forma di singolare bellezza concorsero all’inganno. Renata amò Amleto.
Il vecchio palazzo vide nelle ore tarde della notte un’ombra vagare intorno alle sue alte muraglie, vide schiudersi una finestra e da quella scendere un filo che risalì subito dopo congiunto ad una lettera. La via era tracciata, amore la percorse fino in fondo.
Quando terminò la stagione di carnevale e che il teatro ebbe chiuso i suoi battenti, Renata scomparve dalla casa paterna. Ella credette di seguire la sorte di Amleto; ma Amleto rimase a Ferrara insieme al suo folle delirio. L’uomo a cui si era data per sempre si chiamava Giacomo Dena, era figlio di un cordaio di Forlì e all’infuori della sua prestante bellezza non possedeva altro.
Il risveglio fu brusco quando Renata si trovò di fronte alla meschina realtà spoglia di ogni orpello; ma ella amava. Ottenuto il consenso della madre, quasi inebetita dal dolore, si sposarono oscuramente nella chiesa di un villaggio e subito incominciò per Renata la nuova vita.