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offerse al primo uomo che le fece battere il cuore collo stesso slancio, colla stessa incoscienza di un bambino che offre le mani al vivido bagliore della fiamma.

Durante una stagione di carnevale uno degli amici di suo padre mosso a compassione della clausura dentro cui sfioriva quella pallida giovinezza offerse di condurre Renata in teatro nel palco di sua famiglia. Si dava per opera nuova Amleto e il protagonista, un giovane romagnolo dalla bella persona e dalla voce calda, trascinava all’entusiasmo tutta Ferrara. Come non doveva restarne profondamente colpita la fanciulla ignara, la fanciulla che a venticinque anni non conosceva ancora l’amore? Meraviglioso d’avvenenza nell’abito di velluto nero che secondava le linee eleganti della sua persona, con un gioiello iridescente di bagliori sul collo ignudo, colle parole di un gran poeta nella voce melodiosa, circondato dal delirio di una folla plaudente, tale le apparve; e Renata non vide in lui l’istrione, vide il principe.

La regale parvenza, quale non l’aveva sognata mai neppure nei più grandi trasporti