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tente! Il padre vecchio, la madre sfibrata dalla continue gravidanze, il bisogno dell’economia che d’anno in anno si faceva più urgente, era tutta una corona di spine che aveva circondato e compresso il suo sbocciare di fresco fiore.

Dopo la nascita del maschio la cui salute richiedeva cure costose erano stati costretti a licenziare i due domestici rimasti fino allora a sostenere il decoro della famiglia, e la nutrice di Renata, una povera contadina, li sostituì compiendo da sola tutti i servigi. Cose vecchie, cose lontane; ma Renata ricordava ancora il fastidio delle lunghe querimonie materne, il gridìo delle sorelle, i pianti del piccolo Meme e i sospiri e il cipiglio sempre più cupo di suo padre.

Non era giunta così ai venticinque anni vedendo moltiplicarsi intorno le tinte grigie di una vita monotona e sconsolata fino alle lagrime? E non aveva ella pianto, disperatamente, nell’ombra tetra dei portici sulla sua giovinezza che sfuggiva senza conforto, senza speranze, pari ad un prezioso liquore disperso attraverso le fessure di un vaso troppo logoro? Che cosa, se non la sconfi-