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e l’acuto senso di vertigine che dà l’altezza? Dove era il potere? Dove la gloria? Dove la gioia? In quale reggia, da quale turba di devoti proni usciva la squilla trionfante del suo nome: marchesa di Crevalcore!...

— Maledizione!

All’urlo doloroso seguìto da uno scroscio di risa pazzesche la nutrice che conosceva questi assalti di disperazione si fece da presso alla sua signora inginocchiandosi davanti a lei, e sorreggendola e cullandola quasi fra le sue braccia come al tempo in cui era bambina, si pose a ripeterne il nome dolcemente, lentamente, con cadenze di ninnananna materna e insieme di preghiera prolungata all’infinito:

— Renata.... Renata.... Renata....

*

Maggiore di cinque sorelle, Renata ricordava l’attesa che ad ogni nuova nascita rintuzzava in suo padre ed in sua madre il desiderio del maschio e come, quando esso venne finalmente al settimo parto gracile e meschino, tutta la famiglia se ne addolo-