Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/290


— 284 —

gio dei doppieri intanto che egli lo alzava all’altezza della spalla sinistra conficcandoselo con violenza nel costato.

Non cadde subito. Estrasse egli stesso il ferro soffile e gettandolo in grembo a Elganine con un supremo sforzo dell’anima:

— Marchesa di Crevalcore — sospirò — ecco il mio dono di nozze. Preghi per me ma non mi compianga. Muoio felice poichè mi fu dato di realizzare il mio sogno!



fine.