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gemiti altissimi, un’altra bara uscì dalla porta, una vecchia servente la rinchiuse e tutto tacque.

Passarono altri anni. Qualche volta una finestra dischiusa, un rumore, una voce, un lume, facevano chiedere ai curiosi: Ma è ancora abitato quel vecchio palazzo? Esiste ancora qualcuno dei Crevalcore? Correvano voci diverse, contradditorie; ma nessuno in fondo se ne interessava poichè tutto là dentro era così povero, così misero, così vecchio....

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Tuttavia la persona che aveva rialzata prima e poi lasciata ricadere la tendina bianca sarebbe stata una magnifica apparizione affacciantesi alle bifore del vetusto palazzo, vetusta anch’essa di quella regale bellezza che si impone alla ammirazione quando pure abbia trascorsa l’età del desiderio. Aveva i lineamenti delicati delle donne ferraresi congiunti ad una linea di fierezza la quale, più che dalla forma esterna, sembrava ripetere la sua affermazione da un sèguito di attitudini interiori