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di quanto mi si è chiesto. A loro signori, al signor principe, a’ suoi degni amici, bastava l’avere acquistato per una somma che riconosco ingente, un nome di antica nobiltà senza badare tanto per il sottile alla macchia che stava per imbrattarlo; e se ne accontentavano, e si compiacevano di trasmetterlo ad un bambino innocente che sotto la duplice corona del suo stemma avrebbe ereditato una truffa ed una vigliaccheria.
— Ma signore....
— Una parola ancora. È l’ultima. Mi rivolgo a lei, principe Bazwill. Per il sentimento altissimo ispiratomi da sua figlia e che rifuggo dal chiamare amore in questa casa dove l’amore fu profanato, consegno intatto alla sua posterità il nome dei miei padri che non indietreggiarono mai davanti all’onore, anche quando l’onore si chiamava morte.
In mezzo allo sgomento destato da queste parole il marchese trasse dall’astuccio lo spillone destinato al velo della sposa. La pietra color di sangue, dove erano intrecciate le insegne degli Estense e dei Crevalcore, balenò per un istante sotto il rag-