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amor suo, le apersero l’animo alla più tenera pietà.
Di questa pietà bevve Meme devotamente le stille, inginocchiato al fianco di Elganine intanto che il sacerdote li univa in nome di Dio, sentendo la cara mano tremare nella sua. E qualche cosa ancora che Elganine non potè vedere: supplica, olocausto, spasimo e martirio segreto, salirono misteriosamente dal cuore di Meme, ascendendo al di sopra dei ceri accesi oltre i confini della vita.
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Quando il marchese di Crevalcore si rialzò, il pallore del suo viso aveva preso una trasparenza incorporea. Il principe lo osservava sbigottito pensando tra sè: Che cosa ne facciamo ora? Ma il marchese più fermo di quanto il suo aspetto potesse lasciar sperare, offerto il braccio a Elganine, la ricondusse al suo posto e volgendosi con uno sguardo che abbracciò ad un punto il principe e i suoi amici:
— Addio, signori — egli disse — è giunto il momento della mia riabilitazione. Se qualcuno di voi dubita ancora, fra poco crederà. Sono ben lieto di poter dare più