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rispondesse al suo sospetto ingiurioso la completò con un gesto di sommo disprezzo.

Nel medesimo istante, quale larva che esce da un sepolcro, Elganine si rizzò in piedi più bianca del velo che la ricopriva e movendo verso il principe in atto pietoso mormorò:

— Padre mio, egli un giorno ci ha salvata la vita!

Meme intese le dolci parole e quasi rianimato da una forza sovrumana, quasi da lei gli venisse la luce e la verità:

— Signora — implorò supplichevole — per la fede mia, per il mio amore senza speranza, la scongiuro a togliermi da queste tenebre dove la mia ragione si smarrisce.

— Lo sapevo bene — concluse fra i denti il barone.

— C’è forse un equivoco — soggiunse Elganine continuando nella sua opera di femminile pietà — di quali lettere ella parla?

— Ma di quali lettere potrei parlare se non di quelle che mi indussero a venire qui, le sue?

Il principe impazientito di ciò che gli sembrava un vaniloquio fece per intervenire.