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vere di cortesia, per cui fu pronto a stendergli la destra; ma quale non fu la sorpresa di Meme nel vedere che il generale ritirava la sua!... Esasperato per la rete inesplicabile che lo circondava, che sembrava moltiplicare intorno a lui i fili di una ignota congiura, come uomo che dopo avere ricevuto una mazzata gira su sè stesso prima di cadere, Meme ancora colla destra tesa si fece incontro al barone che terminava in quel momento di apporre la sua firma di secondo testimonio; ma anche il barone scansandosi si rifiutò alla stretta.
Un fiotto di sangue salì alla testa del marchese di Crevalcore.
— Signor barone — egli disse con una voce che non sembrava più la sua — a lei, che primo mi venne incontro in questa casa dove io entrai fidente a portare l’onorabilità del mio nome, domando spiegazione della accoglienza inqualificabile che mi si fa.
Rispose freddamente il barone:
— Signor marchese, io non le devo spiegazione alcuna. Sono libero di scegliere le persone a cui voglio stringere la mano.
— Sarà allora una soddisfazione che do-