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all’uomo della legge, ma a quel gemito della donna cara, una sola eco di consenso egli poteva dare e la diede: .

Un istante dopo udiva la voce di lei tutta tremante pronunciare la medesima solenne promessa e allora veramente credette di venir meno. Con una commozione straordinaria si accinse a firmare l’atto. Elganine intanto si era alzata e moveva lentamente a porre la sua firma, come vuole la regola, subito dopo quella della sposo. I loro occhi si incontrarono. Che cosa lesse Meme nelle dolci pupille arrossate dalle lagrime, smarrite nell’inseguimento di un folle sogno?... Più ratto del pensiero egli si chinò e sul lembo estremo del velo che avvolgeva la cara donna depose un bacio che volle essere nello stesso tempo ringraziamento e dedizione.

Il principe stava firmando a sua volta e non vide l’atto; si accorse di qualche cosa di insolito il generale von Keptz e venne direttamente alla volta di Meme. Meme, in estasi, fraintendendo la mossa, credette che essendo il generale uno dei testimoni e non parlando la lingua italiana intendesse con una stretta di mano silenziosa di compiere un do-