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Giacomo Dena osservò che Meme aveva reclinato la testa sopra una mano e credendolo stanco ne volle rispettare il riposo; avvicinandosi all’orecchio di Scarpini gli domandò a voce bassa se mancava ancor molto ad arrivare a Villarosa.
— Dovrebbe essere vicina, — rispose Scarpitti sullo stesso tono, — quantunque ti confesso che la strada mi sembra questa volta molto più lunga del solito.
— Effetto della notte forse.
— Forse.
Il silenzio si rifece perfetto nell’interno della berlina. I tre uomini che vi stavano rinchiusi, se pure avevano un interesse comune e vivissimo, rifuggivano dal parlare. Ognuno di essi era un mondo apparentemente equilibrato sul medesimo asse degli altri due, ma vivente di un organismo proprio, con un diverso carico di pensieri vaganti per vie opposte ad opposte brame. Solo Giacomo Dena di tratto in tratto respirava pesantemente, come colui che meno sapeva sopportare l’angustia della prigionia.
A un certo punto i cavalli svoltarono in un sentiero ombroso lasciandosi dietro il