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Più profonda di un sospiro, più paurosa di un pensiero, sorta da ignote latebre della coscienza lungamente rinchiusa, una domanda tentò il varco delle sue labbra: E se mi fossi sbagliata?...
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— Non c’è che dire, si viaggia magnificamente in questi treni moderni. Ma vi sono sempre gli incontentabili che hanno bisogno di brontolare su tutto. Quelli meriterebbero le diligenze sconquassate di una volta, le strade impraticabili, i vetturini ubbriachi e un buon assalto per giunta. Ricorderò sempre il primo viaggio che feci, giovinetto appena, da Roma a Forlì nel mese di gennaio, con una nevicata che ci bloccò a mezza strada obbligandoci a passare la notte nel nostro cassone. C’era il ministro Peruzzi, buon’anima, e due sposini inglesi che non capivano una parola di italiano. Si pranzò con dei cioccolattini e con certe salsiccie piene di paprica che facevano arrossire fino al collo la sposina inglese; dico fino al collo perchè più in là non ne so nulla.