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— Non importa, — pensò Giacomo Dena dondolandosi lieve sulla sedia, — mia moglie è una gran donna, sarei un asino a negarlo; però, che cosa avrebbe fatto se non ci fossi stato io?
La bàlia, servendoli a tavola in silenzio, osservò che Giacomo Dena mangiava molto, Renata poco, Meme quasi nulla. La signora le aveva detto in grande confidenza che stavano per ricuperare una parte delle loro sostanze, senza entrare in altri particolari; ma la bàlia che vedeva quel caro figliolo alle prese con una fiera lotta interna, non si accontentava della spiegazione e lo covava ardentemente cogli occhi cercando di indovinare. Disse alla fine con una passione che le fece piegare gli angoli della bocca:
— Ma se non mangia così non potrà viaggiare.
— Sono due ore appena, — rispose Renata. — Fra due ore, a Venezia, troverà tutto quanto gli occorre.
La bàlia sospirò.
Avvicinandosi l’ora della partenza, Meme incominciò a dar sintomi di inquietudine nervosa.