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importante. Vestito bene e con nuovi denari in tasca che gli erano stati spediti da Soarpitti gli veniva una dignità naturale, una sicurezza di se stesso che ne faceva un altro uomo.

— Vedrai — egli disse a Meme con una cert’aria di protezione — che bella città è Venezia.

— Non avrete molto tempo da vederla mi immagino, — replicò Renata, — poichè domani sera dovete essere ad Abbazia.

— È vero, ma potremo fermarci nel ritorno.

Così soggiunse Giacomo Dena, mentre una folla di pensieri giocondi si rincorreva dietro la sua fronte, e cento visioni lontane, dimenticate, credute morte per sempre, sorgevano a fargli tumultuare il sangue nelle vene. Con un movimento di intima compiacenza si stirò il panciotto sull’adipe appena nascente, e non ancora turpe, che una finissima stoffa inglese secondava con signorile armonia.

Renata a cui il gesto era noto gli lanciò uno sguardo obliquo carico di severi ammonimenti.