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nessun effetto; ma davanti a questo pozzo funereo è innegabile che si prova un brivido. Guardi, signora, quel solco sull’estremo orlo.... possiamo noi esimerci dal pensare che forse le mani di Alfrida, l’ultima delle tre sventurate fanciulle, colei che aveva l’età di Giulietta, vi si sono aggrappate convulsamente?... Come sono impressionanti queste storie di amori lontani, quale traccia lasciano nei posti dove furono vive! Io volevo appunto farle osservare il carattere specialmente amoroso delle città che scendono da Venezia verso l’Adriatico. Non ci ha mai pensato lei?

— Venezia certo è la città degli innamorati; la storia, la poesia, l’arte, la vita, la consacrarono all’amore.

— E città d’amore sono tutte: questa triste Ferrara dove l’aprile è senza fiori, dove echeggia il singhiozzo del Tasso prigioniero, dove cadde la bella testa di Parisina; più triste ancora e più amorosa nei suoi paludamenti bizantini Ravenna che udì il canto appassionato di Byron e che vide nascere Francesca. Che dire di Rimini, di Rimini dove scoccò il bacio immortale? dove al-