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plica, ma egli dovette leggere sul mio volto una specie di indignazione perchè, colla sua solita abilità di precorrere la risposta, soggiunse:

— Non volli che il nostro incontro avvenisse nelle forme equivoche del passato. Se si ricorda le annunciai già il desiderio di rifare la nostra conoscenza su base più solida. Non comprende dunque quale felicità io provo nel tenerla al mio braccio in cospetto di tutti?

— Vostra Altezza mi onora troppo.

Pronunziai questa frase insulsa con accento indifferente, ma nel medesimo istante egli interruppe con fuoco:

— Non indovina che questa festa è stata data per lei?... Fu dietro mia suggestione e col pretesto di solennizzare la guarigione del principe ereditario che l’hanno organizzata, ma io solo so perchè l’ho voluta.

La sua voce era calda, appassionata, persuasiva, nei suoi occhi azzurri c’era una fiamma che mi avvolgeva tutta. Non potevo dubitare della sua sincerità e tuttavia che cosa dovevo rispondere? In questo cambiamento delle nostre parti egli ebbe il mag-