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stione non vuole. Ella sta chiusa da otto anni in questo appartamento senza uscire mai e senza permettere che altri entri.
— E poi dicono dei romanzi! — esclamò il giovinetto superficiale.
— Si può sapere almeno chi è questa persona misteriosa?
— Sono due: i due ultimi superstiti della famiglia Crevalcore.
— Contemporanea di Obizzo d’Este? — chiese il vecchio signore con un ritorno di ironia nell’accento.
Fatto prudente dall’esperienza il cicerone rispose con umiltà:
— Questo non lo so.
— La casa è un asilo sacro — soggiunse il vecchio signore — bisogna rispettarla. Siamo entrati un po’ come ladri in un bosco; ritiriamoci almeno dignitosamente.
Sotto i passi affrettati dei visitatori che ridiscendevano, la pietra degli scalini sembrò gemere, ma nessun altro rumore si avvertì nel lugubre silenzio dei portici.
— Questa non è una casa, è una prigione. Lasciatemi vedere ancora quel pozzo