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— Sono aspettata.
Così dicendo feci atto di ritornare sui miei passi.
— Come mi dispiace perderla! — sospirò.
— Le inesattezze del suo linguaggio sono deplorevoli. Non si perde che ciò che si ha.
— Ma io ho bene in questo istante la gioia di vederla. La sfido questa volta a provarmi che sono in errore.
I suoi occhi sfavillarono insolitamente e sotto i suoi piccoli baffi apparve il raggio umido e bianco del suo sorriso. Continuai ad allontanarmi, ma provando come un bisogno di lasciarlo con un dolce ricordo gli dissi in italiano volgendo il capo a metà:
— Buon giorno, signor Giovanni.
Balzò sul muro con tanta vivacità che per un istante temetti che precipitasse. Egli si pose a gridare con accento supplichevole:
— E il suo nome? il suo nome?... il suo nome?...
L’acqua rise, risero i salici, rise Elganine già lontana.