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temi nel più perfetto silenzio pensai a quello che avrebbe potuto rispondere la maestra di italiano; ma intanto il tempo passava e fu vera fortuna che egli proseguisse a discorrere senza mostrare di avvedersi del mio imbarazzo o forse avvedendosene e interpretandolo a sua guisa: disse molte cose, le prime delle quali mi sfuggirono perchè ero troppo turbata; incominciai a comprendere le parole: abbandono, solitudine, tristezza: e allora sembrandomi di avere afferrato bene l’argomento lo interruppi con una cert’aria canzonatoria che non dovetti cercare molto lontano:

— E che, signore? Ha già dimenticato che la nostra conoscenza fu fatta con uno scoppio di risa?

Rispose senza la menoma titubanza:

— Ero allegro infatti il giorno che la vidi per la prima volta.

Che cosa voleva dire? I suoi occhi azzurri sembravano più cupi ed ebbe un tale accento di commozione che non osai più scherzare. Tacqui, ascoltandolo:

— Ma ora non sono più allegro.

Un brivido mi passò sulla nuca. Egli ha