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— Non può ignorare la grave malattia di Sua Altezza. Tutto fa credere che la gioventù e la robusta costituzione vinceranno, ma è una alternativa continua di speranze e di abbattimenti!

Parlava colla sicurezza che io conoscessi gli abitatori del parco confinante, mentre non me ne ero mai occupata e solo udendo le sue parole mi sovvenni che in una villa accanto alla nostra giaceva ammalato il principe ereditario. In realtà non avevo neppure pensato che da quella parte si toccasse il parco della Villa imperiale. La mia meraviglia dovette essere evidente. Egli continuò su un tono basso di confidenza:

— Sono uno dei segretari.

Questa presentazione mi lasciò fredda. Avrei creduto meglio. È almeno nobile?

Mentre egli parlava ancora del principe ed io lo ascoltavo distrattamente, mi accorgevo che da quella rivelazione dell’esser suo, un po’ debilitante per la fantasia, mi veniva però un crescendo di sicurezza e quasi un altiero sentimento di protezione che mi rese tutta la mia calma. Io sapevo chi era lui e lui non avrebbe mai osato supporre