Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/164


— 158 —

porre l’esser mio, finsi di non rilevarla e continuai, riprendendo una serietà che nel mio intento doveva essere una lezione:

— E perchè le è caduto il berretto si permise di raccogliere il mio libro?

Egli rispose subito senza scomporsi con un nuovo inchino:

— Questa è certamente la parte di colpa più difficile a giustificare, tanto che non ardisco intraprendere la mia difesa se la signorina stessa non mi vi autorizza....

Mi parve di vedere un laccio teso e lo girai:

— Mi renda il mio libro e che la sia finita.

Egli me lo rese sospirando un poco. Non c’era più nulla a dire; tuttavia il giovane non accennava a muoversi. Forse mi sfuggì un moto d’impazienza poichè egli soggiunse con una insolita dolcezza nella voce:

— Eppure mi dispiace lasciarla sotto una cattiva impressione.

— Che gliene importa?

— Moltissimo. Tengo assai alla mia fama.

— Deve convenire almeno che non ha fatto nulla per conservarne alto il prestigio.