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così nudo e quasi tragico nella sua nerezza di putredine il parapetto lo circondava con forme inquietanti di bara.
La signora rabbrividendo si strinse nella mantellina chiara che le copriva le spalle, mentre il cicerone in silenzio coglieva dalle faccie attonite dei forestieri il meno ambito forse e tuttavia il più lusinghiero dei premi.
— Ah! qui si cercherebbero invano le grazie e le bellezze stilizzate del Rinascimento, ma quale scossa per l’immaginazione!
— Questi sono i sotterranei — disse il cicerone guidando la comitiva verso la bocca spalancata di un antro dove non era più traccia nè di pavimento nè di vôlte e solo la rigidità delle mura maestre affondavasi nel vuoto tenebroso del sotto suolo dentro un mistero di ombra e di vani paurosi.
— Non le sembra di udire uno stridore di catene? — mormorò all’orecchio della signora quello dei due giovani che si mostrava più entusiasmato.
— Sì, sì, è terribile.
— Terribile o magnifico?
— L’uno e l’altro.