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siasi modo. Tuttavia oggi, appena arrivata in fondo al bosco, il mio sguardo corse in- quieto al muricciolo. Non c’era nessuno; il silenzio sembrava anche più alto del con- sueto nella caldura afosa di una giornata veramente torrida. Io però non osai più entrare nel ruscello e questa specie di in- terdizione mi indispettì contro l’ignoto di- sturbatore della mia libertà.

Stavo così bene nell’abbandono assoluto di ogni etichetta, regina selvaggia di un regno disabitato. Questo intruso è venuto a guastarmi tutto. Rabbrividisco ora ad ogni foglia che cade, ad ogni ramo che scricchiola. Se udissi ancora quello scoppio di risa al di sopra del muricciolo?... Ah! no, no, sarebbe troppo.

1.o agosto. — Dieci giorni deliziosi pas- sati a Venezia. Mio padre per compensarmi della mia docilità alla vita claustrale mi fa di queste improvvisate. Egli sente di tanto in tanto il bisogno irresistibile di vedere Roma o Firenze o Venezia. Mi dice alla sera: domattina partiamo. Ed io adoro que- ste rapide corse senza preparativi, con una