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batteva un po’ il cuore, avevo paura ed ero felicissima.
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Più tardi. — Fui interrotta da una visita. Una visita a Villarosa assume le proporzioni di un avvenimento. Erano le due sorelle Darlington, con uno zio, tre cugini, un’amica e non so chi altro. Venivano in auto da Fiume. Sembravano tutti molto allegri: avevano ribaltato allora allora salvandosi per miracolo. Sei molto fortunata — dissi alla piccola Darlington — tu hai almeno delle avventure. Ella mi rispose ridendo: Oh! certo che finchè vivi in questo monastero non ti accadrà mai nulla.
Diedi allora un’occhiata furtiva a mio padre. Egli non può soffrire l’automobile. Chi sa quando riuscirò ad averne uno.
Prima di accomiatarsi le due Darlington, trovarono modo di dirmi in un orecchio (credo sia stata la maggiore): — Che fine eh! la tua damigella di compagnia?
— Quale damigella? — esclamai al colmo della sorpresa.
— Ma quella signorina di Siena che