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la siepe delle rose atterrate e malconcie mi sono accorta che al di là di queste il giardino si prolunga in una specie di bosco. Non lo avevo osservato prima perchè i cespugli delle rose erano tanto alti e fitti che formavano una muraglia. Bisognò che rovinassero a quel modo sotto i colpi della tempesta per svelarmi le nuove terre inesplorate. Tanto è vero che non tutto il male vien per nuocere, direbbe l’inobliabile Dorothée.
Ah! la buona corsa fatta sui sentieri senza ghiaia nell’erba non pettinata! Non posso dire che rompere le ragnatele colla testa sia un piacere straordinario ma almeno è una novità. Ho visto delle formiche grosse ed altre piccine colla testa rossa: e poi certi bruchi enormi col dorso cosparso di bottoni celesti che sembrano vere turchesi e tante altre bestioline ancora che io non conosco. Rifacevo per mio conto in proporzioni ridotte le impressioni di Robinson nell’isola. Con un po’ di immaginazione non mi riusciva difficile di suppormi perduta in una selva; gli alberi in certi punti erano così intricati che mi sbarravano la via. Mi