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nunciò Renata con accento solenne. — Vi sono dei valori morali che sorpassano tutte le ricchezze della terra.

In questa affermazione l’ambiziosa donna era sincera. I milioni dei Bazwill non pagavano l’antica gloria dei Crevalcore. Con questa convinzione ella poteva pensare che c’era della grandezza in lei a beneficare di un nome illustre il bastardo di un re.

Ben diverse erano le ipotesi che si affacciavano alla fantasia di Meme. Il suo spirito cavalleresco andava in cerca di avventure eroiche, di sacrifici cruenti, e nell’ardore della dedizione provava l’esaltamento dell’aquila lungamente imprigionata che ricupera alfine la libertà e che nel rombo della bufera al di sopra delle nubi respira l’aria nativa.

Così opposta, la loro grandezza in quel momento si equivaleva; fratello e sorella si trovavano vicini, palpitanti entrambi per un ideale arrischiato, bello quello dell’uomo per la luce di altruismo che lo illuminava, imponente quello della donna dove tutte le aspirazioni umiliate e disfatte si riunivano in un magnifico atto di rivolta. E mai