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46 | un giorno di nozze |
Raccattò i fogli sparsi, li ricongiunse, tornò a passare e ripassare sopra di essi la sua mano pallida di anemico e le ore consuete trascorsero nello studiolo angusto finchè la luce venne meno dietro la finestra dai vetri sporchi.
Allora il signor Cesarino si alzò, terse la penna con diligenza, con diligenza piegò i fogli e levatasi la sopramanica di tela la ripose accuratamente in un cassetto della scrivania. Poi tornò a ravvolgere nella carta il sacchetto di raso lilla e lo mise a giacere nella medesima tasca dove prima c’era il suo ultimo biglietto da cinque. Questo atto lo compì sospirando, con un pensiero inquieto per certe scarpe di gomma ch’egli vagheggiava