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di rosina | 201 |
dietro a lei con un cencio in mano.
Tutto camminava dunque mel migliore dei mondi. È ben vero che siccome Rosina era un po’ pallidetta ed ansava a fare le scale, io la obbligavo a prendere il lattato di ferro e non permettevo che scendesse senza una forte ragione i novantacinque scalini che ci dividevano dalla strada; viceversa quando io uscivo ella affrettavasi ad abbandonare la sua cucina (è per questo che l’arrosto sapeva così spesso di bruciato) e correva a tener compagnia a un sottotenente che abitava parecchi scalini più in alto dei nostri novantacinque. Ma questo incidente non lo seppi che più tardi e Rosina lo giustificò dicendo